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Lo scontro epico tra Enzo Maiorca e Jacques Mayol oltre ad aver portato alla ribalta lo sport dell’apnea negli anni 70 è un simbolo della rivincita della mente sul corpo. Enzo Maiorca, un coraggioso gigante dalla capacità polmonare di 7,9 litri, sconfitto da Jacque Mayol, un uomo dalle doti fisiche ordinarie che studia la fisiologia e pratica la meditazione. 

Jacques Mayol e Enzo Maiorca

Da Mayol in poi ogni apneista che si rispetti ha nel suo profilo almeno una foto che lo ritrae su uno scoglio perso nella meditazione più profonda. Mettendo da parte per un attimo l’immaginario, quali sono le ragioni che rendono la meditazione così efficace nella pratica dell’apnea? Il cervello è l’organo del corpo che consuma più energia, pur costituendo solo il 2% della massa corporea consuma il 25% di tutto l’ossigeno che respiriamo e, a riposo, 10 volte di più degli altri organi del nostro corpo. Tutte le volte che lasciamo entrare pensieri, emozioni che generano ansia, stress, rabbia, paura, l’attività cerebrale si intensifica e bruciamo una parte di quel patrimonio di ossigeno che sostiene la durata delle nostre apnee e le trasforma in puro benessere. Il principale responsabile di questo inatteso consumo è l’amigdala, struttura posta all’interno del sistema limbico, l’area del cervello preposta al “lotta e fuggi”. L’amigdala ha un ruolo chiave nei processi emotivi ma è coinvolta anche nei processi di sviluppo della consapevolezza e della capacità attentiva. La funzione più importante dell’amigdala è la capacità di “dare forma ai processi di selezione delle informazioni, taggare gli stimoli in ingresso” e assegnare loro una valenza positiva o negativa. (Evoluzione, adattamento, fisiologia, Fabio Sinibaldi). Quando qualcosa minaccia il nostro equilibrio, ancora prima che la mente elabori consapevolezza della minaccia, l’amigdala inonda il cervello di sostanze chimiche, e prepara il corpo all’azione, al movimento: “lotta e fuggi”. L’attivazione di questi circuiti ha numerose implicazioni ma 2 ci interessano in modo particolare:

  1. consuma tanto ossigeno
  2. è più potente dei circuiti della razionalità: spesso facciamo delle cose, nel bene e nel male, perché sentiamo che è giusto così anche se razionalmente sappiamo che non lo è.

Tre esempi per rendere più chiaro il concetto: due presi dalla nostra disciplina, 1 dal best seller di Simon Sinek Partire dal perché

  1. alcuni pescatori abituati alla profondità raccontano di non essere riusciti a salvare il proprio compagno di pesca in difficoltà per l’incapacità di raggiungerlo sul fondo: “dopo 3 metri avevo bisogno di risalire per prendere aria…”
  2. molti apneisti che registrano performance strepitose in dinamica e statica non riescono a superare il muro dei 30 metri quando si cimentano con la profondità; “oggi non sono in forma, ho apnee brevissime”
  3. la brand loyalty, parola difficile per esprimere il rapporto speciale che si crea con alcuni brand anche quando i loro prodotti e servizi non sono razionalmente i migliori o, a parità di utilità, i più economici (es. Apple) “il sistema limbico è potente, tanto che a volte determina comportamenti in netto contrasto con la componente razionale e analitica delle decisioni, spesso ci affidiamo alla pancia anche quando questo ci porta a prendere decisioni che contraddicono ogni evidenza”

La meditazione, se praticata costantemente, oltre a garantirci un maggiore benessere, è un grande alleato degli apneisti perché in grado di modificare la dimensione di aree importanti del cervello, quelle che ci aiutano a ottimizzare il consumo di ossigeno.

Sara Lazar, ricercatrice neuroscienziata, ha reclutato un gruppo di persone che praticava la meditazione in media per 30-40 minuti al giorno e ha effettuato la scansione dei loro cervelli, mettendola a confronto con quella di un gruppo con le stesse caratteristiche, che non praticava alcun tipo di meditazione, così ha potuto verificare:

  • l’aumento di materia grigia nelle aree deputate all’apprendimento, alla memoria, alla regolazione delle emozioni,  all’ empatia, alla compassione
  • la diminuzione della materia grigia nell’amigdala, che gestisce le emozioni e in particolare la paura.

Provate a chiedere a un profondista cosa succede quando nel bel mezzo di un tuffo si presenta un pensiero negativo!!

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Contributor:
Giacomo Corda

Giacomo Corda

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